21 Dicembre 2024
La nostra storia
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La nostra storia

Le origini e le tappe

Francesco Vercellini e Sabino Ravinale guidarono i primi calci al pallone di un gruppetto d'amici nel lontano 1911, in Piazza d'Armi (nell'attuale pista d'atletica cittadina), poi su gentile concessione del signor Zuffi, militante dell'epoca nel Torino, arrivò il regolamento di gioco.
Nel 1913, il conte Augusto Palma di Cesnola fu il presidente dell'Unione Sportiva Braidese, il gruppetto d'amici prese un nome e una fisionomia, poi il 1 maggio dello stesso anno si giocò la prima partita, un'amichevole in quel di Mondovì che terminò in parità (1-1), con rete di Ravinale.
Ecco la prima storica formazione che scese in campo in quell'evento: I. Gatti; Silvestro; Giovine; Piumatti; Vercellini; Sorcis; Operti; Bonardi; Ravinale; Robbio; II. Gatti.
Nel 1914, dopo una riunione del direttivo, Domenico Taricco fu eletto presidente onorario, mentre il presidente effettivo fu Luigi Franciosini. Gli altri dirigenti furono Camillo Barone, Valerio Vallinari, Francesco Vercellini e Alfredo Gatti.
La prima rosa di calciatori, sotto un'organizzazione societaria stabilita, fu composta da: Barone; Badellino; Pignata; Vercellini; Bruno; Bertolero; Mathis; Sartori; Chicco; Ravinale; Franciosini; Gatti; Milano; Silvestro; Malfatti; Mosso; Gallo; Faroppa; Spalla; Promino; Mezzadra; Raviolo; Corbelli e Bonardi.
La Prima guerra mondiale stravolse gli equilibri globali e nel "piccolo" anche quelli della formazione calcistica braidese e sul campo di battaglia persero tragicamente la vita sia Camillo Barone sia Francesco Vercellini.
Dopo il conflitto, per continuare il cammino societario sportivo fu lungo e pieno d'insidie, infatti, dopo innumerevoli tentativi non andati a buon fine, soltanto nel 1924 si riuscì a costituire una nuova polisportiva, presieduta da Giovanni Reviglio, il quale si avvalse della collaborazione di Mario Berrino, Giovanni Mellano, Giuseppe Sartori e Achille Bonardi.
Il campo d'allenamento si trovava in Piazza Roma e formata la squadra, nel giugno del 1924 si giocò un'amichevole a Cherasco, terminata 1-6 per la compagine braidese, allora formata da: Ellena; Galvagno; Rovere; Mathis; Verrone; Ravinale; Lusso; Mellano I; Bianchi; Canavero; Bossolo; Mellano II; Trabucco; Abre; Mellino; Sartori e Bertolotti.
Uno dei grandi grattacapi per la squadra di Bra era rappresentato dalla mancanza di un vero e proprio campo di gioco e dopo infinite discussioni, il geom. Reviglio progettò una nuova struttura sportiva.
Sotto la presidenza del neo-eletto Leonardo Cicogna, l'unico traguardo rimase quello della realizzazione del campo.
Progetto alla mano, erano i soldi a scarseggiare e il preventivo dell'epoca si aggirava attorno alle 85.000 Lire, ma in aiuto del calcio braidese sopraggiunse il conte Enrico Marone, allora presidente del Torino Calcio e vice presidente della Figc.
Quest'ultimo, interpellate le Autorità militari, giunse alla conclusione che si poteva chiedere l'appezzamento di terreno dietro al Santuario della "Madonna dei fiori" e alla luce di ciò, versò 30.000 Lire su un conto aperto presso la Cassa di Risparmio di Bra.
Inoltre, il conte regalò tutte le tribune del vecchio campo sportivo torinese situato in Piazza d'Armi, mentre la famiglia Boglione, nella persona del cavalier Giuseppe, donò 10.000 Lire sempre per la costruzione dell'impianto sportivo.
Nel maggio del 1926, la ditta "Zunini" di Sanfrè cominciò la costruzione dell'infrastruttura cittadina, nel giro di soli quattro mesi tutto fu pronto e il 5 settembre dello stesso anno, il campo sportivo fu inaugurato.
Alla cerimonia, furono presenti numerosissime autorità: il sindaco di Bra Bernardo Dallorto, gli assessori: Giovanni Costantino, Mario Berrino, Francesco Cravero, Bernardo Fiandino, il colonnello Rovere-comandante della scuola Allievi ufficiali, il presidente della società calcistica braidese Cicogna, con altre numerose associazioni cittadine e tanti tifosi. Padrino della cerimonia non poteva che essere il conte Marone, come madrina la moglie del cavalier Giuseppe Boglione, la signora Ernesta, mentre la benedizione solenne del campo fu data dal Monsignore del Santuario della Madonna dei fiori, Filippo Alardo.
Al termine della lunga cerimonia, si giocò una prestigiosa amichevole tra calciatori della S.S. Braidese con la Juventus, in opposizione al Torino, che alla fine vinse per 2-1. Grazie alla scuola Allievi ufficiale locale, la Braidese dopo diverse partite amichevoli, s'iscrisse al campionato italiano di Terza Divisione (l'attuale serie D).
Nella stagione 1928-1929, la compagine di Bra fu ammessa in Seconda Divisione (serie C2) e visto il salto di categoria, si dovette rinforzare, visto anche il grave infortunio occorso a Carletto Mathis in quel di Domodossola, colonna difensiva della Braidese.
Per impegni lavorativi, il 25 novembre del 1928, Giuseppe Sartori occupò il posto del dimissionario Achille Bonardi, come commissario unico.
Nel campionato 1929-1930, la Braidese (sempre in Seconda Divisione), inserita nel girone ligure-piemontese si classificò al secondo posto, guadagnandosi di diritto la promozione in Prima Divisione (serie C1), record assoluto dell'epoca, perché nessuna squadra della provincia di Cuneo non aveva mai raggiunto un tale risultato sportivo.
L'allora girone D della Prima Divisione 1930-1931, era così composto: Vigevano, Acqui, Rivarolo, Braidese, Pavia, Voghera, Savona, Ventimiglia, Sestrese, Ruentes, Abbiategrasso, Imperia e Codogno.
Nonostante i buonissimi risultati ottenuti (salvezza acquisita), per mantenere una squadra a questi livelli i costi erano troppo elevati, quindi nello sconforto generale, la Braidese dovette poi rinunciare alla Prima Divisione nell'anno successivo.
La corazzata calcistica cittadina era formata da: Grosso, Locatelli, Conterno, Migliasso, Montanella, Musso, Chianale, Pastura, Bertolotti, Cerruti, Pellini, Tosco, Alberti, Ramello, Testa, Nicolis e Galvagno, tutti uniti dal motto "Giocare per l'onore di Bra, dilettanti puri".
Guidata poi dai presidenti Luciano Piana e Albino Cornaglia, tra mille difficoltà finanziarie, la Braidese cessò ogni attività sportiva nel 1951.

"Nel 1947-48-49 il Bra partecipava al Campionato di serie C girone Nord, con Sanremese, Vigevano, Savona e Alessandria tra le altre. Avevo 15 anni e abitavo a poca distanza dal campo sportivo, nello stesso cortile di Garello (Comino) che mi portava sempre con lui al campo. da qui è nata la mia passione per il calcio. In quella squadra militavano i braidesi Giacomo Operti, garello, Conterno, Baldo con i prestiti del Torino Florio, Ramella, Vercellino, Alloati, Chiola, Tanganelli a cui si aggiunsero il giovane Morino e Mana, da Carignano.
Il Presidente era Angelo Sartori, coadiuvato da Sabino Ravinale. Ci fu un periodo di assestamento e subentrò l'avvocato Bonaudi e partecipammo al campionato Allievi provinciali con il nome di Labor. Poi ci fu il periodo di Raoul Rossi, Presidente con Gioacchino Piumatti in Seconda categoria con tutti ragazzi del posto. Subentrarono Luciano Piana come Presidente e Albino Cornaglia come Responsabile tecnico e Piumatti come Segretario, dove giocava anche il sottoscritto con elementi locali e l'aggiunta degli esterni Gonella, Perrone, Torta, Brizio.
Ci fu un altro anno di sosta dove si partecipò ad un campionato Csi con il nome Florens in cui giocavano anche Bertello, Reviglio e l'ing. Panero.
Si fece avanti il dottor Patria che fece uno squadrone per tornare subito in alto.
Io giocavo a Racconigi e tornai alla base quando il Bra entrò in Promozione. Patria prese dal Cuneo giocatori come Oderda, Dominetto, Brino, Dalpozzo e Dutto, con allenatore un certo Viotto di Pinerolo. Nel 1966, finito di giocare andai a Cherasco dove ho allenato fino al 1970. Fui richiamato da Patria che nel frattempo aveva ripreso le redini del Bra che giocava in Seconda Divisione (Seconda categoria), con elementi locali e qualche militare. Nel 1972-1973 arrivò la proposta della fusione con il Cinzano, ma a trattare direttamente con il Responsabile Luino, andammo con delega del Presidente Patria io, Piumatti e Nino Vacchetta, il magazziniere.
Ritirammo tutto il materiale sportivo versando 100 mila Lire. Giocammo come Bra-Cinzano in Prima Categoria, poi tornò A.C. Bra.
Nel 1974-1975 la squadra era in difficoltà e per dare una scossa fui esonerato e la squadra si salvò. L'anno seguente fu preso Luino come allenatore e arrivarono Calegaris, Ghione, Buso, Berbotto, ecc... Fui chiamato per allenare la Juniores, fu l'anno della promozione, poi la gestione di Martinelli con giocatori locali tra cui Servetto, Sacco, La Cava, Montanaro, ecc...
Si finì in Prima categoria e cominciò l'era dei Presidenti Rovella, Germanetto, Marengo
", è il racconto dell'ex giallorosso Roberto Gandolfi.

Poco tempo dopo, l'organizzazione societaria fu ricostruita sotto il nome di Virtus Bra, per mano del presidente Nicola Patria, poi negli anni '60 la denominazione mutò in A.C. Bra, assumendo definitivamente il giallo e il rosso come colori sociali e Raoul Rossi fu eletto come nuovo presidente.
Dopo un anno sabbatico, si ripartì dalla Terza categoria, fu poi promosso in Seconda e grazie alla fusione con il Cinzano, fu ripescato in Prima.
Neanche un anno dopo, il Cinzano sparì dal mondo pallonaro, i giallorossi tornarono ad essere l'Associazione Calcio Bra, con il ritorno del "patron" Patria, grazie all'interessamento diretto di Alberto Balla e Giovanni Milanesio.
Il campionato 74-75 fu maiuscolo in tutti i sensi, il Bra allenato da Luigi Luino fu così composto dai seguenti giocatori: Fenocchio, Chiaramello, La Cava, Busi, Berbotto, Testa, Ghione, Franzolin, Conta, Di Girolamo, Nascimbene, Alasia, Ferrone, Caligaris, Pennella, Zulian, Perrone e Smeriglio, coordinati dalla dirigenza: Nicola Patria, Marco Cignoli, Raoul Rossi, Franco Rovella, Silvio Monasterolo, Luigi Basso, Alberto Capriolo, Filippo Montù, Franco Mola, Piero Zaffirio, Andrea Trofini, Sebastiano Vacchetta, Lorenzo Sarotto e Gioachino Piumatti.
Grazie ad un notevole distacco dalla seconda classificata, i giallorossi di Luino riuscirono a centrare il passaggio in "Promozione", ma anche al caloroso apporto del pubblico del "Madonna dei fiori".
Tre anni dopo, però, (nel 77-78) ci fu la retrocessione in "Prima" categoria e alla mancanza di un assetto societario definito, la squadra fu gestita dal mister-giocatore Martinelli, il quale dovette anche far fronte al problema degli stipendi.
Nel 78-79 la svolta, la nomina di Franco Rovella come presidente con a fianco Piero Reviglio come diesse, fece ritrovare fiducia all'ambiente, anche per l'appoggio del consiglio direttivo formato da: Mario Cavatorta, Luigi Cerutti, Sergio Panero, Serafino Zunino e Franco Tibaldi.
Poi, nonostante un'annata positiva, la fortuna non fu amica del Bra, così come nell'anno seguente, i braidesi allenati da Bonomelli (sostituito alla quinta giornata da Giuliano Ciravegna) partirono favoriti, ma al "foto-finish" furono beffati dal Saluzzo.
Nel campionato 80-81, per il terzo anno di fila, il team del patron Rovella tentò il salto in Promozione, ma ancora una volta fu il secondo posto ad accogliere il Bra, giunto ad un solo punto dalla capolista Sommarivese. La Federazione, però, passò d'ufficio il Cuneo in Eccellenza, ripescando così automaticamente i giallorossi in Promozione.
La formazione 81-82 era così formata: Manfredi, Lancione, Giovannini, Giordano, Degasperi, Veneziani, Campofredano, Capistrano, Dongiovanni, Fasoli e Chiarenza, mentre al posto di mister Ciravegna, fu ingaggiato Carlo Borsalino.
Ecco da chi era composto il girone B di Promozione, oltre al Bra: Boschese, Valenzana, Carassonese, Moncalieri, Fossanese, Acqui, Alpignano, Madonna di Campagna, Sommarivese, Busca, Saluzzo, Pertusa, Saviglianese, Cheraschese e Grugliasco.
Dopo trenta partite tiratissime, i giallorossi si piazzarono al primo posto, a pari merito con l'undici d'Acqui Terme.
Per sancire la squadra promossa in Eccellenza fu necessario un memorabile doppio spareggio sul campo neutro d'Asti (davanti agli occhi di ben...6000 spettatori), ma dopo gli ultimi 90 minuti, il punteggio era fermo sull'1-1. La parità si sbloccò nei supplementari, quando al 103° una rovesciata d'Astrua, spense i sogni del Bra.
Nella stagione 82-83, il consiglio direttivo fu composto da Nicola Patria, Franco Rovella, M. Cavatorta, Piero Reviglio, S. Panero, Sabino Scarzello, Elio Rinero allenatore, prof. Fenoglio medico sociale, Ghibaudo massaggiatore e Sarotto cassiere.
La squadra fu rivoluzionata, ma fu ugualmente competitiva, a sostituire i partenti Capistrano, Campofredano, Pregliasco, Viberti e Maresca, arrivarono Colarelli, Lavuri, Sanfilippo, Cannizzaro, Corsi, Crivellari e Chiappello.
Anche il campionato fu modificato (furono creati tre gironi), così come il meccanismo di promozioni-retrocessioni...le tre vincenti dei gironi si scontreranno tra di loro e alla fine solo in due saliranno in Interregionale.
Il 2 novembre 82, un grave lutto colpì i giallorossi. Durante un allenamento settimanale s'accasciò a terra e morì d'infarto poco più tardi all'ospedale Santo Spirito, il giovane Chiarenza, di soli 27 anni.
Per commemorare il calciatore braidese, fu giocata un'amichevole tra Prima squadra e "vecchie glorie". Intanto, fu il Moncalieri a salire di categoria dopo gli spareggi.
Al posto di Rinero, sulla panchina del Bra ritornò Giuliano Ciravegna (da Carmagnola) e nella stagione 83-84, i braidesi furono inseriti nel girone C (Albese, Saviglianese, Sommarivese, Valeo, Novese e Valenzana alcune delle rivali).
Anche questa volta non arriva la tanto attesa promozione, trionfa l'Albese, mentre i giallorossi chiudono al quarto posto.
Nell'84-85, con Ciravegna in panchina, arrivarono il terzino Sapienza dalla Valeo, la mezzala Fasano dal Cuneo e il "bomber" Russo dall'Ivrea, ma alla fine fu la Valenzana a trionfare, seguita dalla Novese e dal Bra.
Campionato 85-86 formato da: Candiolo, Chieri, Canelli, Carassonese, Carmagnolese, Novese, Fossanese, Quattordio, Valeo Mondovì, Farigliano, Sommarivese, Saviglianese, Orbassano, San Carlo, Valenzana e Bra San Miguel.
Il nuovo sponsor giallorosso è la birra spagnola più venduta al mondo e importata in Italia dalla Life di Sommariva Perno, diretta da Mario Tibaldi.
Inoltre, al "Madonna dei fiori", vennero inaugurati i nuovi spogliatoi poi all'undicesima giornata, sulla panchina del Bra, Carlo Borsalino sostituì Ciravegna.
Classifica finale, Saviglianese 46 pt, Bra 45...un altro anno sfortunato.
Quinto posto nella stagione 86-87, agli ordini di mister Franco Tallone.
La stagione 87-88 è quella della svolta, Marengo e Reviglio affidano la squadra ad Alessandro Turini: nato a Busto Arsizio il 13 Gennaio 1950, giocatore dal dribbling stretto ed ubriacante, un vero e proprio folletto dotato di un ottimo controllo di palla con entrambi i piedi, efficace in area di rigore, pronto al tiro secco che si rivela spesso letale per i portieri avversari. Uno degli ultimi bustocchi doc, ad arrivare al grande calcio, passando per le giovanili biancoblù, facendo l'esordio con la maglia della Pro. Tira i primi calci presso Oratorio Filippo Neri, a Busto Arsizio, venendo scoperto da Eldino Danelutti all'età di quattordici anni in una partita proprio fuori dallo Speroni, dove giocava in una classica sfida tra due classi scolastiche contrapposte.Inizia così a giocare nella formazione degli Allievi, sempre sotto la guida dell'ex numero uno biancoblù; con i pari età si mette in evidenza vincendo il campionato regionale di categoria. Nonostante sia più giovane rispetto ai compagni e paghi la differenza dal punto di vista fisico, grazie alla sua tecnica passa comunque di categoria, giocando con ragazzi di età superiore, sotto la guida tecnica di Mario Colombo, con il quale vince il "Torneo Mornese", battendo la Juventus, proprio con un suo goal. A sedici anni arriva già l'esordio in prima squadra con lo scopritore per eccellenza di talenti in casa bustocca, Carletto Regalia. Il debutto arriva alla 13^ giornata a Piacenza, l'otto Dicembre 1968, in una gara che vide uscire la Pro sconfitta per 3-1, ma con il giovanissimo Alessandro Turini che si mette subito in evidenza segnando il goal della bandiera biancoblù. La partenza della Pro, come nella stagione precedente è brillante, contendendo al Novara la prima posizione per diverse giornate; chi entusiasma con le sue giocate è proprio il giovanissimo Turini il quale entusiasma i tifosi con le sue corse sulla fascia ed i suoi dribbling secchi ed ubriacanti. Suoi compagni di squadra sono Solbiati si rivela un ottimo realizzatore, Giorgio Gambazza che a centrocampo detta legge con la sua classe e sigla diverse reti, oltre ad un certo Luciano Re Cecconi a centrocampo e Cazzaniga in porta. Carletto Regalia per lo scarso utilizzo di Turini, si scontrerà con il pubblico bustocco, perchè la giovane ala, prodotta dal vivaio con i suoi dribbling e numeri d'alta scuola diventa subito un beniamino della tifoseria che lo vuole sempre in campo da titolare, mentre il tecnico preferisce schierarlo con il contagocce per non bruciarlo. Alla fine della stagione i tigrotti raggiungeranno un onorevole piazzamento a metà classifica tredicesimo posto con molti giovani lanciati verso categorie superiori e altri subito pronti a prenderne il posto, gettando le basi per una stagione promettente con i molti ragazzi del circondario in squadra. Campionato successivo, datato 1969-70, Turini a soli diciannove anni disputa tutta la stagione con 38 presenze segnando sette reti. Tra i goals messi a segno, da ricordare quello alla Triestina, con vittoria biancoblù per 3-0 e poi quello siglato all'Alessandria. La Pro del periodo purtroppo ha le casse societarie al limite, e non può trattenerlo, cedendolo al Como in Serie B, per il campionato 1970-71, dove diventa subito idolo della tifoseria locale, nonostante raccolga solo sette presenze, in quanto è alle prese con il servizio di leva; l'annata seguente invece va decisamente meglio con 22 gare disputate con sette reti realizzate. Suoi compagni del tempo Alfredo Magni, Renzo Garlaschelli, Gigi Danova, Giacomo Libera e Roberto Melgrati, poi sulla panchina bustocca a metà degli anni 80, andando vicino ad una clamorosa promozione. 1972-73, sempre con i lariani in serie cadetta, disputa un campionato strepitoso con 36 gare e nove reti, balzando alle cronache calcistiche nazionali con Milan e Lazio che si accorgono delle sue capacità, con i primi che lo ingaggiano. Approda così ai rossoneri, con Rocco allenatore, ma che a causa di una rosa troppo vasta con Chiarugi nel suo stesso ruolo e di contrasti interni si accorge delle sue doti solo nella parte finale della stagione, ritagliandosi spazi sempre più importanti riuscendo a giocare comunque partite importanti come un derby, dove fa il suo esordio in Serie A il 2 Novembre del 73, segnando anche una rete nella massima serie. Disputa la finale di Coppa delle Coppe contro il Magdeburgo (squadra della Germania dell'Est), persa dal Milan per 2-0, giocata a Rotterdam (Olanda), l'8 Maggio 1974, entrando in campo al 59' in sostituzione di Bergamaschi. Tra i milanisti del periodo Anquilletti, Bigon, Rivera, Benetti, Sabadini, Vecchi e Turone e Schnellinger. Nell'estate del 1974, arriva il passaggio al Verona, quando oramai invece sembrava destinato alla Sampdoria, poi avviene la retrocessione dei gialloblù per delibera della Caf, per un illecito sportivo, trovandosi così a giocare in serie cadetta. Con gli scaligeri, ritrova subito la massima serie dopo aver vinto lo spareggio promozione contro il Catanzaro. Con la maglia veronese raccoglie 21 presenze, di cui sette subentrando a gara iniziata, siglando una rete. Suoi compagni di squadra Zigoni, Franzot, Domenghini, Luppi, Sirena, Maddè e Vriz. Dopo il prestito torna alla casa madre rossonera che nel mercato di Ottobre lo gira al Taranto ancora in serie cadetta, con i rossoblù giocherà tre campionati consecutivi, diventando un beniamino del pubblico pugliese. Nella prima stagione raccoglie 32 presenze con quattro reti, con compagni di squadra Jacomuzzi, Romanzini, Franco "spadino", Selvaggi. Annata 76-77, alcuni problemi fisici ne limitano l'impiego ed al termine della stagione saranno diciassette le presenze con due reti all'attivo, in una formazione che vedeva tra gli altri Erasmo Jacovone, Degli Schiavi ed in porta Trentini. Terza annata a Taranto con venti presenze quasi tutte da titolare e quattro reti. Nell'Ottobre del 78, lascia la città pugliese per scendere di due categorie, sistemandosi al Crotone in C2 e con i calabresi segna 11 reti in 29 gare. Torna poi a Taranto, sempre in Serie B, chiudendo la sua parentesi pugliese con 15 gare ed una marcatura. Passa quindi alla Cavese in C1, dove con cinque reti in 30 presenze, diventa ancora una volta il beniamino del pubblico, contribuendo notevolmente al "miracolo" della squadra guidata da Pietro Santin, che per la prima volta nella sua storia approda in Serie B; in quella formazione Glerean, Truddaiu, Pidone, Polenta, De Tommasi e Della Bianchina. Nonostante abbia la conferma per la stagione successiva per la serie cadetta, lascia Cava de' Tirreni, per via del grave terremoto che si era appena verificato in Irpinia ed anche per differenti veduto con l'allenatore Santin, il quale portava la squadra in ritiro già al Giovedì. Nell'estate del 1981, sembra ormai vicino il suo rientro alla Pro, che in quel periodo stava assemblando la squadra per la promozione in C1; Turini trova l'accordo con il Presidente Colombo, ma poi salta tutto con l'allora ds. Laghi che preferisce puntare su altri uomini. Dal mancato rientro in biancoblù al vestire un'altra maglia dagli stessi colori, quella del Savona che, viene inserita nello stesso girone della Pro, dove disputa un campionato da titolare con 31 presenze e cinque reti. Stagione 82-83, ancora con la maglia savonese con 24 gare e quattro centri. Chiuso il biennio savonese, passa al Cuneo, dove si stabilisce, in Serie D e con la maglia biancorossa disputa quattro stagioni raccogliendo 98 presenze e ben 33 reti. Lasciati i biancorossi del capoluogo della "Provincia Granda", passa per un biennio al Bra nel doppio ruolo di giocatore-allenatore, formazione cuneense con cui nella prima stagione datata 87-88, disputa 30 gare realizzando 23 reti, portando la squadra alla vittoria in campionato, salendo in Interregionale. Campionato 88-89, sempre con il Bra in Interregionale con il doppio ruolo, 22 partite e ben 12 reti, a trentanove anni suonati, portando la squadra piemontese ad un ottimo settimo posto. Chiude definitivamente con il calcio giocato nella stagione 1989-90 a quarant'anni di età, nel Dogliani, squadra di Promozione di un centro alle porte di Cuneo; un'annata da titolare con 30 presenze e 16 centri. Passa così a fare solo l'allenatore, ed in questo ruolo fa il suo esordio alla guida del Savigliano, altro centro della provincia cuneense, vincendo il torneo venendo promosso in Interregionale. Inizia quindi un triennio con il Pedone Borgo San Dalmazzo alle porte di Cuneo, con la squadra alla ricerca del salto di categoria, ma non riuscendo nell'impresa, centrando nell'ordine un quarto, un secondo ed ancora la quarta piazza. Nel 95-96 con l'Olmo 84, arriva ancora al quarto posto sempre in Promozione. Chiude la sua carriera di allenatore al termine della stagione 96-97, alla guida del Boves, sempre nella medesima categoria, ancora al quarto posto. Diventa responsabile tecnico di alcune squadre della zona del cuneese per i settori giovanili, curando anche i "camp estivi", insegnando tecnica calcistica. Tornando al Bra, in giallorosso arrivarono Busolin, Romeo, Fava, Marangon, Rabino e poi viene promosso in ECCELLENZA,dopo gli spareggi a tre a Chivasso contro Nizza Millefonti e Bellinzago.
In seguito, piazzamenti e classifiche in Interregionale ed Eccellenza
Nel 1999/2000 si piazza 2° nel campionato di ECCELLENZA gir. B. Promosso (dopo gli spareggi contro Asti e Vado) nel C.N.D.
L'anno successivo 2000/2001 si piazza 15° nel campionato di serie D gir. A. Retrocessa (dopo lo spareggio a Voghera contro la Sestrese) in ECCELLENZA.
Dal 2001/2002 milita nel campionato di Eccellenza.
(dati e curiosità giallorosse dagli archivi di Antonio Corsini)

Domenica 13 maggio 2012, grazie all'1-1 in quel di Pinerolo, il Bra vince il girone B dell'Eccellenza e dopo 11 anni torna in serie D!
Dal 2012/2013 milita nel girone A di serie D.
Il 28 aprile 2013, grazie al 2-2 con il Bogliasco D'Albertis ottenuto al "Madonna dei fiori" e davanti ad oltre 1000 spettatori, il Bra vince matematicamente il campionato con una giornata d'anticipo e stacca il biglietto per una storica promozione in Lega Pro Seconda Divisione, grazie ad una squadra granitica e al lavoro di Fabrizio Daidola (allenatore) e di tutto lo staff tecnico.
Con Mauro Briano capitano in Eccellenza e Serie D!
Nel 2013 Mbaye Diagne inizia una nuova avventura, quella nella Serie D italiana. Diagne capisce che quella poteva essere una buona occasione per poter farsi notare e dimostrare a tutti le sue qualità. Ci metterà poco a farsi apprezzare dal pubblico del Bra.
Grazie ai suoi gol, ben 23, partendo inizialmente dalla panchina, trascinò il Bra al salto in C.
Lunedì 1° luglio 2013, è partita ufficialmente la nuova stagione sportiva 2013-2014 e, con essa, anche la nuova avventura professionistica targata Bra calcio.
La società del presidente Giacomo Germanetti, vincitrice del girone A di serie D, parteciperà al campionato di Lega Pro Seconda Divisione al quale si è ufficialmente iscritta. Nella giornata di venerdì 28 giugno, il club braidese ha inviato tutta la documentazione richiesta alla Co.Vi.So.C. (Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistico) ed agli uffici della Lega Pro a Firenze: l'atto di trasformazione da associazione sportiva dilettantistica (Asd) a società di capitali (S.r.l.), statuto, perizia giurata, fideiussione bancaria e due assegni circolari. Costituito il 26 giugno scorso, ma operativo dal 1° luglio, il club giallorosso ha una nuova denominazione: "A.C. Bra S.r.l.". con presidente Giacomo Germanetti, vicepresidente Piero Reviglio, consigliere Pietro Sartori e revisore Riccardo Oricco.
Il 26 gennaio 2014, prima partita professionistica al rinnovato Complesso sportivo "Attilio Bravi": Bra-Bellaria Igea Marina 4-1.
Il 2 marzo 2014, nonostante il 2-2 casalingo con la Pergolettese, con otto giornate d'anticipo e i 9 punti in classifica il Bra retrocede matematicamente in Serie D.
Il 1° luglio 2014 inizia ufficialmente la nuova avventura in Serie D (sotto la guida tecnica di mister Massimo Gardano) e con essa quella del rinnovato Settore Giovanile.
Nella Serie D 2014/2015 il Bra chiude al settimo posto in classifica, con 65 punti, sfiorando la zona play-off.
Serie D nel 2015/2016 (12° posto con 51 punti) dove è brillata la stella dell'attaccante comasco classe 1986 Carlo Emanuele Ferrario: miglior realizzatore di tutti e 9 i gironi del quarto campionato nazionale, con 32 gol.
Per la Serie D 2016/2017 è stato richiamato mister Fabrizio Daidola, annunciato il 17 maggio e presentato il 27 maggio. 11° posto finale con 41 punti all'attivo.
Il connubio Bra-Daidola prosegue, anche, nelle stagioni 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020, 2020/2021 nel girone A di Serie D.
Dal 2021/2022, il cambio di guida tecnica (in Prima squadra) con l'investitura di Roberto Floris. Mister confermato, con i giallorossi in D, anche nel 22/23 e 23/24.
Dalla stagione 2024/2025, in Serie D, ha il via il nuovo progetto tecnico con l'allenatore Fabio Nisticò.

Danilo Lusso A.C. Bra
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